Frutta secca biologica dal 1964

Mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, anacardi e noci brasiliane

Non ci sentirai mai dire che Damiano è leader del mercato, perché non ci piacciono le frasi fatte. Ma noi i primi lo siamo davvero. A livello mondiale, per la produzione di mandorle biologiche, quelle che coltiviamo nella zona a sud di Caltanissetta e a Siracusa. Siamo forti in mercati difficili ed esigenti: USA, Germania, Francia, Canada.

Ma non siamo solo mandorle, siamo anche nocciole, che da noi crescono sui monti Nebrodi, proprio alle spalle del nostro stabilimento di Torrenova. Se senti anche solo una volta il profumo che sprigionano le nocciole quando le tosti, non sei più lo stesso. Daniele, il nostro tecnologo alimentare, lo chiama flavor. Per noi è il profumo delle nostre montagne.

Poi ci sono pistacchi, pinoli, anacardi e noci brasiliane: tutti in comodi sacchetti e alcuni trasformati in creme spalmabili dalla consistenza speciale, naturale e cremosa insieme. Amandino, Nocciola, Tahin, Chocobella, Peanuci, Pistacchio, Pistou: sono nate nel nostro laboratorio molto tempo prima che tu le trovassi sugli scaffali, ma ci sono voluti anni per essere pronti, perché noi facciamo bio, non generiche creme spalmabili, e ci mettiamo sopra il nostro nome. Questa è una differenza che pesa, per chi come noi è fissato con la qualità.  

Infine i My Choco, buonissime mandorle e nocciole avvolte in cioccolato al latte o fondente: chiamarle delizia è davvero troppo poco.

 

Una certa idea del lavoro

Damiano è un’azienda che sta crescendo molto e nei prossimi anni continuerà a farlo a un ritmo sostenuto, perché le sfide ci piacciono (e ce le andiamo a cercare). Coltivare, lavorare, confezionare e vendere frutta secca bio con una qualità come la nostra è davvero una sfida. Però noi siamo anche un’azienda che porta il cognome di una famiglia e, in realtà, quest’azienda è parte della famiglia. Insomma, non sappiamo dove finisce l’una e inizia l’altra.
Ecco perché Riccardo, oltre dieci anni fa, ha pensato alla Fondazione. Perché siamo una famiglia, e se le cose vanno bene, vanno bene per tutti.

 

Là dove c’è un gap da colmare

La Fondazione non elargisce materialmente denaro, ma va a coprire le spese quando situazioni urgenti – tristi o bellissime – devono essere affrontate. Quando il dipendente deve sostenere spese impreviste, è la Fondazione che lo fa al suo posto. Oppure quando ha bisogno di ristrutturare casa o vuole comprarla, è la Fondazione che dà un acconto e si occupa di negoziare con le banche il mutuo migliore. Così, se serve assistere un genitore oppure se c’è bisogno di un sostegno finanziario quando un figlio si iscrive all’università, ci si può rivolgere alla Fondazione e trovare insieme la soluzione migliore.

 

Un prestito d’onore

Il dipendente può scegliere se e quando restituire il denaro che la Fondazione ha anticipato al suo posto, senza vincoli di somma né di interessi. Negli anni non è mai successo che il denaro non sia stato restituito. Possiamo dire che le somme sono tornate in cassa quasi al 100%, anche 50 euro alla volta.

Perché? Perché chi restituisce la somma sa che può chiedere di nuovo aiuto alla Fondazione oppure che quei soldi possono servire a qualcun altro.

 

Non è un rischio, è un investimento

Damiano ha fornitori storici, di alcuni abbiamo visto la famiglia crescere, i figli hanno sostituito i genitori: momenti brutti e belli all’ombra dei noccioli e dei mandorli in fiore.

È solo lavoro, questo? È lavoro, ma con una certa idea del mondo dentro. Quindi, quando i nostri agricoltori devono sostenere spese impreviste, anticipiamo loro il denaro che serve per preparare il terreno e per la raccolta.

Questa non è una prassi comune, anzi, quasi nessuno lo fa, perché può essere un rischio. Il fondo potrebbe non dare raccolto per un’infestazione o per un periodo di siccità prolungato oppure potrebbe dare un raccolto molto al di sotto delle previsioni, per qualsiasi motivo.

Sono i nostri agricoltori che ci assicurano il raccolto, sono loro il nostro investimento.